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Un recente studio pubblicato il 30 aprile 2020 sul Journal Science riporta aree di accumulo di microplastiche nei fondali del Mediterraneo a livelli mai misurati prima.
Infatti, sono state trovate quantità fino a 1,9 milioni di unità su una superficie di un metro quadrato.
Lo studio è stato condotto congiuntamente dall'Università di Manchester, dal National Oceanography Center, dall'Università di Brema, dall'Università di Durham e dall'IFREMER.
L'inquinamento microplastico dei fiumi è noto, ma i meccanismi relativi alla loro dispersione e concentrazione sul fondo marino sono ancora poco conosciuti.
Lo studio ha dimostrato come le correnti marine profonde trasportano e concentrano le microplastiche e le trasportano in profondità in zone di accumulo chiamate hotspot. Le microplastiche sul fondo marino sono costituite da fibre tessili che non sono state rimosse negli impianti di depurazione.
Queste correnti trasportano anche ossigeno e sostanze nutritive, il che significa che possono ospitare anche specie animali che possono potenzialmente consumare o assorbire le microplastiche presenti.
Lo studio completo è disponibile al seguente link: "Punti caldi in microplastica a fondo marino controllati dalla circolazione in acque profonde".